La Tradizione è sinonimo di verità e giustizia poiché afferma tutto ciò che è ordine, di contro alla menzogna e alla ribellione che appartiene ad una visione moderna dell’esistenza.
Un’altra caratteristica della Tradizione è il suo rapporto diretto con l’Autorità, dalla radice indoeuropea Aug = aumentare, crescere, da cui deriva Auctor = Augusto, colui che è provvisto della potenza divina. Quando si parla di Tradizione è normale riferirsi all’Autorità, che è in diretta connessione con l’Imperium: la pienezza della potenza sovrana e ordinatrice. L’Imperium è il potere che viene direttamente dalla divinità, messo in relazione con la virtù e la qualità del Re, nella cui persona si fondano insieme il potere politico, militare, legislativo e religioso. Un esempio è rappresentato dall’aristocrazia, cioè da quell’ordine che vige in una comunità, nella quale l’autorità genera una distinzione naturale tra gli uomini per il loro valore, funzione, vocazione e qualità.
Dall’autorità deriva la gerarchia, dal greco jeros = sacro e arché = principio, ordine, cioè l’ordinamento degli uomini, che pone i migliori al di sopra degli altri. Ogni uomo è un piccolo universo e come tale non è uguale a nessun altro, se non a sé stesso, così la gerarchia e la selezione misurano e regolano questa diversità. "Infatti in alcuni uomini superiori vive in forma di presenza e di realtà, ciò che negli altri esiste, solo come aspirazione confusa, come presentimento, come tendenza, per cui questi ultimi sono fatalmente attratti dai primi e naturalmente ad essi si subordinano" [1]. E’ l’inferiore, infatti, ad avere bisogno del superiore.
La gerarchia non è una scala burocratica che si ascende dopo tanti anni di anzianità o di anticamera, essa fa riferimento a valori tradizionali.
Al vertice vi è colui che meglio di altri riesce ad incarnare questi valori, riesce a viverli e a farli propri: il migliore tra i migliori, il "primis inter pares" cioè il primo tra i pari, colui che è dotato di maggiori qualità. Ecco, quindi, delinearsi da una parte una minoranza, l’élite che è qualità e dall’altra una quantità che è numero. Quanto maggiore è il grado della qualità, tanto minore è il numero delle persone che tali valori possiedono. Il fondamento primo dell’autorità è la qualità sacra e non umana, la cui legittimità deriva direttamente da Dio. L’autorità è simbolo ed espressione di ordine, pace e armonia e si realizza attraverso la gerarchia, nella quale ognuno, riconoscendo il proprio posto, partecipa attivamente alla vita dello Stato in una visione organica. Questa visione organica fa sì che le diverse parti (uomini – famiglia) contribuiscano a formare il tutto (comunità – Stato) in una armonia generale, in cui ciascun uomo gode della propria autonomia, necessaria per sviluppare la propria specificità o natura. Rifiutando qualsiasi prevaricazione di una parte sulle altre, si ignora qualsiasi scissione o atomizzazione del particolare ed ogni uomo è libero di formarsi nel proprio campo secondo la sua natura e mediante la propria vocazione cosicché questa visione ordinata determina il potenziamento del particolare, e non il suo ridimensionamento.
Note
La gerarchia non è una scala burocratica che si ascende dopo tanti anni di anzianità o di anticamera, essa fa riferimento a valori tradizionali.
Al vertice vi è colui che meglio di altri riesce ad incarnare questi valori, riesce a viverli e a farli propri: il migliore tra i migliori, il "primis inter pares" cioè il primo tra i pari, colui che è dotato di maggiori qualità. Ecco, quindi, delinearsi da una parte una minoranza, l’élite che è qualità e dall’altra una quantità che è numero. Quanto maggiore è il grado della qualità, tanto minore è il numero delle persone che tali valori possiedono. Il fondamento primo dell’autorità è la qualità sacra e non umana, la cui legittimità deriva direttamente da Dio. L’autorità è simbolo ed espressione di ordine, pace e armonia e si realizza attraverso la gerarchia, nella quale ognuno, riconoscendo il proprio posto, partecipa attivamente alla vita dello Stato in una visione organica. Questa visione organica fa sì che le diverse parti (uomini – famiglia) contribuiscano a formare il tutto (comunità – Stato) in una armonia generale, in cui ciascun uomo gode della propria autonomia, necessaria per sviluppare la propria specificità o natura. Rifiutando qualsiasi prevaricazione di una parte sulle altre, si ignora qualsiasi scissione o atomizzazione del particolare ed ogni uomo è libero di formarsi nel proprio campo secondo la sua natura e mediante la propria vocazione cosicché questa visione ordinata determina il potenziamento del particolare, e non il suo ridimensionamento.
Note
(1) Cfr. Julius Evola, "Gerarchia e democrazia", Padova, 1970.
Tratto dal Saggio sui principi fondamentali della Tradizione - Raido
Tratto dal Saggio sui principi fondamentali della Tradizione - Raido
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