In un epoca di attivismo, in cui si dà
importanza soprattutto all’apparenza, alla quantità e al movimento
scomposto, piuttosto che all’Essenza, all’interiorità e all’azione
precisa e indirizzata dall’Alto, il compito primo e fondamentale è
quello della Rivoluzione interiore. Rivoluzione del proprio modo di
sentire il mondo, che deve passare necessariamente, in una fase
preliminare, per una rivoluzione del proprio modo di sentirsi, di
percepirsi, andando a colpire tutte le scorie, i residui e i sedimenti
che, come lacci ci impediscono di indirizzare la nostra esistenza verso
l’Assoluto, in un azione pura e sacrificale. Azione questa,che deve
sgorgare da un Sé finalmente conosciuto, non più astrazione
intellettualistica, se non mero strumento di indagine di filosofi e
psicologi, bensì contatto con l’Essenza, depurata dagli elementi
contingenti che, in un mondo come quello attuale, non possono che essere
elementi catagogici,che trascinano verso il basso.
Alzarsi, darsi una forma e una drittura, disse
Julius Evola. Eco può fargli, su altro livello, il Capitano Codreanu,che
lamentò non la mancanza di programmi politici (e quindi di azioni,di
idee e di “attivismo”), ma di uomini. E l’uomo è il primo banco di
prova. Se si vuole cambiare qualcosa nel mondo, si cominci in primis a
lavorare su sé stessi. Ci si circondi di camerati fedeli, uomini che
percorrono il nostro stesso irto Sentiero,che combattono la nostra
stessa “grande guerra Santa”, che mirano alla chiarezza, alla
centralità, al diradarsi delle nebbie e dei fantasmi del mondo moderno.
Si cementi questa vera “fratellanza” con un azione sottile e
persistente, non meramente sentimentale, ma in certo senso magica, e si
continui a lavorare a lento fuoco. Si cerchi di ricordare che nulla
accade in terra che non accada in Cielo,e che ciò che è in Alto è come
ciò che è in basso. Che quando un vincolo sarà stato spezzato,di ciò si
avrà eco nei cieli, e che un azione di tal fatta produrrà effetti anche
nelle persone intorno.
Creare dei “limiti”, darsi un ordine interno e rispettarlo.
Agire sempre con presenza in ciò che si fa e non essere trasportati.
Ciò trasforma un azione profana in un azione in cui comincia a intuirsi
un qualcosa d’ordine superiore. Combattere sempre per far trionfare in
sé la Luce e la Verità, non abbandonarsi mai all’abiezione e ai futili
miti che questo mondo crepuscolare vuole assurti a verità inconfutabili.
Guardare sempre alle cause e non agli effetti,ben capendo dove il
Nemico vuole portarci con una determinata “spinta interiore”, con un
determinato pensiero. Governare i propri pensieri,e non esserne
governati. Cercare l’Egemonikon degli antichi stoici in Sé. Trovatolo,
farlo diventare Centro,immobile, nella corrente tumultuosa delle acque.
Del resto si diceva nell’Ellade dorica: conosci te stesso: in tè c’è
l’Universo intero.
Essere esempio. Non parlare, ma agire. Non giudicare
dalle belle parole,ma dalle realizzate azioni. Agire senza cercare
alcun riconoscimento, alcun merito, alcun premio. Sia premio il fare ciò
che deve essere fatto, affinché “Uomini siate,e non pecore matte”.
RAIDO
1 commento:
Investire sulla vita interiore non è facile in questo mondo moderno. Manca soprattutto il tempo di riflettere. Inoltre, un'altra causa secondo me è la sopravvalutazione della spiritualità o meglio, al posto di Dio si crede in altre entità...purtroppo oggi si crede più nelle cose che nei valori.
Posta un commento