mercoledì 24 luglio 2013

La mia visione del Mondo (In piedi tra le rovine)

 
Siamo parte di un mondo che, così com'è, mi appare come  destinato ad un lungo e triste declino. Gli esseri umani sono sempre più guidati dal consumismo e dalla logica del Modernismo.
L'Uomo, il cui regresso spirituale è ormai ai massimi storici, è quotidianamente monitorato, previsto, controllato. Si sente libero da ogni Autorità e da ogni appartenenza, e la sua sola preoccupazione diventa il soddisfacimento di sé stesso, visto che ormai anche la famiglia, intesa in senso originario e  tradizionale,  è frequentemente superata e rinnegata.

Di fronte a questo virus positivista, che infesta le vite dell' uomo di oggi, il Blog del Tradizionalista si espone nel tentativo di dare vita  a  brevi considerazioni su svariati argomenti, che abbiano in comune tra loro un solo denominatore: il caos contemporaneo. Nel tentativo, che non definiremo riuscito a priori, poichè lasciamo l' ardua sentenza ai frequentatori, compiremo una informazione quanto più possibile alternativa, in maniera spero mai saccente.

E' un mondo, questo,  che ha scelto di tagliare i ponti con tutto ciò che era passato ed è Tradizione, facendo strada ad una mentalità consumistica e capitalistica e tutto ciò che conta sono la produzione ed i profitti che porta con sé. Valori, emozioni, insegnamenti, esempi di vita, Riti antichi e millenari saperi, (tramandati di padre in figlio), non portano profitto economico e dunque vengono lasciati nel dimenticatoio, o, al più, modificati.
L'uomo moderno ha scelto di barattare, più o meno consapevolmente, millenni di storia e di Tradizione con quelle idee progressiste che non hanno fatto altro che tapparci gli occhi e mettere a tacere qualsiasi capacità critica, qualsiasi scrupolo di coscienza. Ci hanno impedito di sognare cose più grandi e più alte del misero bene di consumo.
Ci hanno detto che siamo tutti uguali e che abbiamo gli stessi diritti; che la famiglia tradizionale (Padre -Madre -Figlio)  ormai è superata; che la Storia che ci hanno propinato è stata scritta dai vincitori.
Ci hanno detto che appartenere ad uno Stato e ad una Nazione significa apporre, di tanto in tanto, una crocetta su una tessera elettorale; ci hanno detto di scegliere tra il diritto al lavoro e il diritto alla vita; sono riusciti addirittura a farci credere che quei quattro denari con cui dobbiamo affrontare il mese sono grazia dal cielo, mentre  ci è stato fatto credere (e sono riusciti nell' impresa di convincerci) che la vita, il lavoro, la casa,la dignità, sono il diritto di pochi e non di ogni uomo sulla Terra.
 Adesso anche la pancia è miseramente vuota, e l' anima la segue a ruota.
E, in tutto ciò, anche la Chiesa ha giocato il suo ambiguo ruolo.
Successivamente  al Concilio Vaticano II, con la scusa del dialogo come metodo di un possibile l’incontro tra gli uomini, al di là di ogni credo o appartenenza, anch'essa ha abbracciato la tesi del Relativismo, mostrando col tempo tutte le sue storture.

 Il completo disastro, il fallimento del capitalismo nelle democrazie occidentali,  credo sia sotto gli occhi di tutti noi.
Tuttavia, non è ancora detta l'ultima parola. C'è ancora una speranza, ossia riscoprire l'identità culturale; riscoprire e ri-valorizzare la nostra Cultura, le nostre Radici, la nostra TRADIZIONE.  Difenderci contro chi a tutti i costi da chi vuole cambiare regole e antichi modi di fare.

Tradizione intesa non come il culto del passato, di ciò che è estinto, ma come ciò che fa leva  sullo spirito della Tradizione, nella forma mentis, tramandata dai nostri antichi Padri. Valori, usi, costumi. Riscoperta del Sacro.

Dobbiamo cominciare a costruire il mito "dell'Uomo dritto tra le rovine", dobbiamo ritrovare l' uomo forte, tenace, consapevole dei propri mezzi, orgoglioso del proprio passato e fiducioso per il futuro, figlio dei suoi padri e amanti del suo Territorio. Urge scegliere una strada diversa  da quella già intrapresa; quella strada che ci fa procedere tutti, incespicando, in un cammino che non porta ad una mèta, ma riporta solo ingannevolmente indietro. Quella strada che i pochi vogliono imporre ai tanti, per renderci schiavi e sempre più facilmente manipolabili.
Solo così avremo la speranza di rimanere in piedi mentre tutto frana, dentro e attorno a noi.

IL TRADIZIONALISTA

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